Spettacolo 2016
LA MISTERIOSA SCOMPARSA DI W
di Stefano Benni
” Cinque attori chiamati a materializzare VU, la misteriosa femminilità violata, umiliata, offesa e a tratti esaltata dal testo dissacratorio di Stefano Benni. La commedia scava nei recessi più intimi e indiscreti dell’anima della donna, che poi sono gli stessi recessi che mettono a rischio nevrosi/depressiva l’intera umanità. Cinque monologhi al femminile dove VU è una parte che cerca il suo tutto, l’intero, e ci racconta la lotta e la rabbia che sta dentro la necessità di sopravvivenza. Si interroga in modo paradossale, ridicolo e dolorosi sul senso di infelicità e incompletezza dell’essere e lo fa indagando sulle intolleranze, l’amicizia , la povertà e la guerra, la giustizia e l’amore. Cinque attori quattro uomini e una donna per interpretare una “idea” di personaggio femminile e una coraggiosa regia dove il copione teatrale è un tocco di magica follia che trasforma l’angoscia in una risata liberatoria”
“Il Caffè delle Vedove”
“Il Caffè delle Vedove”
corto teatrale
liberamente ispirato dal libro “Tempesta di neve e profumo di mandorle”
di Camilla Lackberg
Adattamento teatrale e regia Giuseppe Caccamo
NOTE DI REGIA
E’ uno spettacolo a favore delle donne maltrattate, contro i soprusi e le violenza che ormai tutti i giorni riempiono le cronache dei giornali. Feminicidio e violenza sulla donna sono sempre stati presenti nella letteratura poliziesca o crime fiction. Ne cito solo uno ad esempio: “Rose Madder”, di Stephen King. Lo scrittore americano narra di un caso di grave violenza domestica continuata, in cui la protagonista, Rose, solo dopo 14 anni e dopo aver perso il bambino che portava in grembo a causa dei maltrattamenti ad opera del marito sadico e psicopatico, decide di ribellarsi fuggendo e successivamente vendicandosi. “Era il gonfiore che la preoccupava di più, naturalmente. L’indomani era giorno di mercato e non si poteva nascondere il naso gonfio con un paio di occhiali scuri come si fa con un occhio nero”. La letteratura raduna numerosi esempi di questo reato, tema di pregnante attualità, infatti, negli ultimi anni i cosiddetti “gialli” sono diventati progressivamente contenitori di problemi sociali e quindi specchio della realtà. Nel 2015 a Genova si è tenuto un convegno organizzato da una famosa criminologa, che ha trattato il tema del femminicidio anche dall’angolazione specifica dell’arte: Letteratura, Teatro, Cinema, Musica e Fotografia. Il mio vuole essere un piccolo contributo per far cessare questa barbarie.
“Il Caffè delle Vedove” E’ un posto tranquillo e lontano dal trambusto cittadino dove prendere un caffè e la “specialità della casa”. Ma perché la polizia dovrebbe indagare? Marianne, dopo una vita di sofferenze, riesce a realizzare il suo sogno: aprire un piccolo caffè. Il suo locale diventerà meta di una clientela molto particolare. Sono donne che subiscono violenza dai loro uomini. Nel Caffè di Marianne troveranno comprensione, perché Marianne è una donna che sa riconosce da uno sguardo il dolore delle violenze che anche lei ha subito. Reagire è l’unico modo per salvarsi, per chi non c’è la fa da sola, l’unica soluzione è andare a bere un caffè da Marianne. Non servono parole, nel “Caffè delle vedove” basta uno sguardo. Un attimo e tutto può cambiare nel breve tempo che s’impiega a bere una calda e fumante tazza di caffè. “La specialità della casa” appunto!.
” Marianne:Il Caffè delle vedove”
Spettacolo integrale
Casa di bambola
DI Henrik Ibsen (1828-1906)
Nel 1879, Ibsen fa di Nora una delle prime raffigurazioni letterarie della donna moderna: una “pre-femminista” capace di ribellarsi alle convenzioni e alla sottomissione sociale a cui è costretta. Negli anni 70 il libro è stato bandiera e manifesto del movimento femminista, nelle piazze di tutto il mondo.
E’ l’addio di Nora, dopo la tragica scoperta che la sua vita non appartiene a lei stessa bensì all’Altro, al Burattinaio che regge i fili della sua Marionetta, è quello sussurrato, sibilato, gridato dalla donna di oggi, di cui ella precorre i tempi, che abbandona la casa e la famiglia e va a vivere da sola, pagando il prezzo iniziale della solitudine, pur di potersi ‘trovare’